Produzione Baba Jaga Arte e Spettacolo

Di e con Marco Taddei

Il treno come filo conduttore per esplorare le tematiche della separazione e del cambiamento nel contesto della Seconda Guerra Mondiale. Interpretato da Marco Taddei, questo lavoro si propone di esaminare come il treno, oltre ad essere un mezzo di trasporto e di collegamento tra luoghi e persone, diventi, durante la Seconda Guerra Mondiale, una metafora profonda e significativa di distacco dai luoghi, dagli affetti e dalla propria identità.

Nel corso dello spettacolo, il treno si trasforma in simbolo di un viaggio forzato, che rappresenta non solo un trasferimento fisico, ma anche un viaggio emotivo e psicologico attraverso la perdita e la dislocazione. Ogni storia raccontata riflette una dimensione unica di separazione e di adattamento, e il treno diventa il mezzo attraverso il quale si materializza il distacco dalla propria realtà e dalle proprie radici.

Il primo racconto riguarda i 13.000 bambini italo-libici, trasferiti in Italia durante il regime fascista. Questi bambini, sottratti alle loro famiglie e ai loro luoghi di origine, si trovano a vivere un’esperienza di dislocazione che va ben oltre il semplice viaggio trasformato successivamente in fuga. Il treno, in questo contesto, diventa il simbolo di una distanza forzata dal contesto familiare e culturale che li porterà alla perdita della propria personalità e fanciullezza.

Successivamente, il treno emerge come veicolo di trasporto verso i campi di concentramento durante la Shoah. In questo capitolo, il treno rappresenta il tragico viaggio verso la separazione definitiva dalle proprie vite e dalla propria umanità. Ogni viaggio su quei convogli non era solo un trasferimento fisico, ma un passaggio attraverso il dolore e la disumanizzazione, una rottura profonda con tutto ciò che era familiare.

Infine, l’esodo giuliano dalmata racconta il trasferimento forzato degli italiani dalle loro terre d’origine dopo la guerra. Il treno diventa il mezzo che trascina intere comunità lontane dalle loro case e dalle loro radici storiche, segnando l'inizio di una nuova vita lontano da ciò che era stato il loro mondo.

Attraverso una narrazione che intreccia questi momenti storici significativi, lo spettacolo si propone di offrire al pubblico un'opportunità di riflessione profonda. Non solo si esplora l’impatto tangibile dei viaggi forzati, ma si invita anche a considerare il significato più ampio di questi distacchi nella formazione e trasformazione delle identità individuali e collettive.

In questo modo, il treno diventa un potente simbolo di cambiamento e separazione, offrendo un contesto per comprendere e riflettere su come la memoria di tali eventi storici possa aiutarci a mantenere viva la consapevolezza e l’importanza di non dimenticare le esperienze e le lezioni del passato.

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BIGLIETTO intero:15 euro

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Posti a sedere:

Il teatro delle Udienze ha una capienza di 70 posti.

Acquistando il biglietto non vengono assegnati posti numerati ma garantita la seduta.

Orario di ingresso del pubblico: 

Al fine di agevolare gli ingressi la biglietteria del Palazzo del Tribunale apre alle ore 20.00. Potrete attendere l'inizio dello spettacolo nell'area ristoro e visitare la Piccola Biblioteca della Legalità.

L'accesso all'area spettacolo verrà aperta alle ore 20.30. 

Informazioni utili per l'accesso di persone con difficoltà motorie: lo spazio si trova al secondo piano senza ascensore. 

In caso di persone con difficoltà motorie, prima di acquistare i biglietti, contattare la direzione al numero 3274743920 .

COVID-19:

Il pubblico sarà tenuto al rispetto delle norme di contenimento dell'epidemia da COVID- 19 in vigore alla data della rappresentazione. 

Per qualsiasi chiarimento o informazione aggiuntiva:

cell. 351/5699339 (dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 19)